Nel saggio: “Il bene e il Male nella Psicologia Analitica” Jung scrive:
“Come terapeuta non posso trattare il bene e il male dal punto di vista filosofico o morale bensì soltanto in modo empirico. Vedo con certezza che una data cosa è male, ma il paradosso consiste nel fatto che per una data persona in una data situazione concreta, su un preciso gradino del suo cammino verso la maturazione, quella cosa può precisamente essere buona.
Vedo anche l’opposto: il bene fatto al momento sbagliato, nel posto sbagliato, diventa del tutto insensato”….. ……”Altrimenti tutto sarebbe troppo facile…”
Questa affermazione sottolinea l’importanza nella soggettività; di fronte alle stesse esperienze ognuno di noi reagisce emotivamente e si comporta in modo diverso.
In questo anno così difficile in cui siamo stati tutti attraversati da sentimenti umani di angoscia e paura si è fatta strada, a poco a poco anche la grande capacità di adattamento; ognuno in base alle proprie dinamiche intrapsichiche e alle proprie risorse ha potuto/dovuto utilizzare comportamenti di buon senso e saggezza.
Soprattutto in questo stato di incertezze e spaesamento ha avuto un ruolo importante lo spazio di ascolto, nelle sedute di psicoterapia, che ha sollecitato le capacità di interiorizzazione e riflessione, amplificando le conoscenze e indicando nuove strade da percorrere.
Tutti noi abbiamo a disposizione importanti strumenti che appartengono alla mente umana, la nostra “Parte ereditaria della Psiche” e siamo costituzionalmente portati ad un’attività mentale ricca e creativa. Difatti è scientificamente provato quanto il nostro cervello abbia potenziali innumerevoli di cura.
D’altra parte la capacità di affrontare delusioni, difficoltà, paure e conflitti è elemento importante per una sana psicologia del benessere.
“Capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinnanzi alle difficoltà”…
Ricostruirsi restando sensibili anche alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità, in un processo di rigenerazione continua.
L’aspetto centrale del processo terapeutico è sollecitare l’utilizzo delle strategie flessibili ed adattive per affrontare i duri momenti dell’impatto con ansia solitudine e paure, sentimenti essenziali nell’esperienza di ogni individuo, aprendo quella chiave di accesso alle proprie risorse interiori.
Imparare a conoscere e gestire l’ansia negoziando con i propri conflitti, stabilendo i propri limiti e dando valore ai nostri talenti.
Imparare a vivere la solitudine anche nella sua “dimensione di Libertà”, trasformandola in “Creatività” senza cadere intrappolati dall’ansia.
Nel mio lavoro quotidiano di ascolto ho potuto constatare quanto spesso i pazienti tentano con difficoltà di dirci e comunicarci verbalmente sensazioni, immagini, idee e nel contempo restano delusi dalle difficoltà e a volte dall’incapacità di esprimere “a parole” quello che va “al di là della parola”.
Ed è in quest’area di bisogno di esprimere e nel contempo di recepire dei limiti del pensiero e del verbale, che ci vengono in aiuto l’immaginazione e il disegno per seguire il mondo delle emozioni e dell’affettività.
Il “codice immaginativo” ci permette di guardare oltre la parola e di dialogare con il proprio mondo interno attraverso la “libera immaginazione”.
Sicuramente ho trovato molto utile il lavoro con l’ascolto del corpo e l’immaginario.
L’ascolto del corpo, utilizzando tecniche di rilassamento corporeo, per regolare e migliorare le risposte del sistema nervoso in funzione di un riequilibrio fisiologico naturale e l’immaginario per promuovere nuove sicurezze in funzione della plasticità e ricettività del nostro sistema emotivo/affettivo.
Agire nell’immaginario come allenamento per poi attuare l’azione nella vita reale di tutti i giorni, favorendo quell’Unità Biopsicoaffettiva.
Dott.ssa Nadia Cilia Psicoterapeuta-Psicologa Analista
C.I.P.A. (Centro Italiano di Psicologia Analitica)
I.A.A.P. (International Association for Analytical Psychology)
Psicoterapeuta VIC (Società Internazionale di Psicoterapia Immaginativa)
Bibliografia:
1. Carl G. Jung: Bene e Male nella Psicologia Analitica – Beringhieri editore
2. Carl G. Jung: Questioni di Psicoterapia – Boringhieri editore
3. Hanscarl Leurner: Il vissuto immaginativo catatimico – Città Nuova, 1988
4. Nadia Cilia: Lo sguardo “Metafora di comunicazione”, Rivista di Psicoterapia e Psicosomatica - Anno 8 n.° 3