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Mestruazioni. La forza di guarigione del ciclo mestruale dal mencarca alla menopausa.

di: Alexandra Pope
Editore: Terra Nuova Edizioni
EAN: 9788888819136
Pagine: 192
Recensione di: Eleonora Cirant

Le mestruazioni: un'occasione da non perdere.

Forse in “quei giorni” vi sentite proprio male e desiderate rimanervene tra le coperte invece che cominciare un'altra giornata di lavoro, non prima di avere ingoiato una pillola per sedare il dolore.

Oppure può accadere che prima di “quei giorni” siate assalite dal malessere perché gonfie, tese, irritabili anzi isteriche, e basta un soffio a farvi piangere. O siete quelle che “per me è come se non ci fossero” e le macchie rosse sulle mutandine annunciano bruscamente che un altro mese è passato. Può darsi anche che proviate quasi disgusto per il vostro corpo e facciate di tutto perché “quei giorni” siano esattamente come tutti gli altri del mese.


Quale che sia l'atteggiamento delle donne verso le mestruazioni, per la maggioranza non è certo positivo. Il mestruo è temuto, sopportato, tenuto sotto controllo con medicinali. Al più, ignorato o monitorato segnando le date sul calendario. A nessuna verrebbe in mente di pensare che la comparsa ciclica del sangue, con il dolore che spesso la accompagna, possa essere un momento di potere, di saggezza, addirittura di piacere.

E' quello che Alexandra Pope propone nel suo libro Mestruazioni. La forza di guarigione del ciclo mestruale dal mencarca alla menopausa (Aam Terranuova, 2007). Il testo è solo l'ultimo di una serie, scritti da altre autrici, che intendono offrire alle donne la possibilità di vivere il ciclo mestruale come occasione e come espressione di potenza invece che come handicap (http://www.labottegadellaluna.it/libri.html). Si tratta, per molte, di capovolgere il mondo. E invece è come rimetterlo in piedi dal verso giusto.

Alexandra Pope parte da sé. Nella prima parte del libro descrive l'esperienza della propria «guarigione», una storia che prende avvio da un dolore mestruale di notevole intensità (può essere pari a quello di un parto). La decisione di non ignorarlo la conduce ad un atteggiamento di cura complessiva per la propria persona: «capii che i dolori mestruali sono inseriti nel quadro della salute generale e concentrarmi solo su questi non sarebbe bastato [...] imparai che nessun terapeuta ha tutte le risposte e che prendersi cura di se stessi è di vitale importanza».

E' rivolto a sé e al proprio benessere il primo passo di consapevolezza che nasce dal rivolgere un'attenzione amorevole al proprio corpo nelle diverse fasi del ciclo, assecondando e assaporando il ritmo che lo caratterizza come affidandosi a una guida spirituale. Abbiamo lo sciamano incorporato, perché ignorarlo? Il secondo passo di consapevolezza già si muove nel mondo, ed implica una domanda sul tipo di società in cui viviamo, i valori, gli stereotipi, i comportamenti indotti: «col tempo – scrive l'autrice – mi accorsi che l'immagine delle mestruazioni che mi veniva trasmessa non era positiva: per i medici come per gli esperti di medicina naturale restavano una scocciatura con cui è necessario convivere o, cosa ancora peggiore, trapelava l'idea che la mia sofferenza derivasse dal fatto che non ero in contatto con la mia natura femminile. Non potevo non sentirmi giudicata». E' con questo sguardo critico e curioso che l'autrice comincia a vedere le mestruazioni non come un problema ma come il tassello di una storia tutta da esplorare.

Proprio alla storia occidentale si riferisce l'antropologa Gianfranca Ranisio quando ricorda che la medicina sin dai tempi di Ippocrate ha considerato il corpo femminile una variante imperfetta di quello maschile. La donna è considerata un essere con caratteristiche distinte solo a partire dal XVIII secolo. L'utero era descritto come un membro famelico, mostruoso, dotato di vita autonoma, rappresentato come rospo o come ragno, emanatore di veleni nocivi. Ranisio lo scrive nel libro "Quando le donne hanno la luna. Credenze e tabu" (Baldini Castoldi Dalai, 2006), basato su testimonianze di donne di diverse età cui ha chiesto di raccontare abitudini, credenze, atteggiamenti, pensieri ed emozioni intorno alle mestruazioni, per inserirle in un quadro di riferimenti storici e antropopologici.

Cosa è accaduto in altre culture? In generale il mestruo e la comparsa ciclica del sangue sono percepiti come un pericolo nelle comunità comandate dagli uomini. Ma nella maggior parte delle società non occidentali le donne fertili erano considerate più vicine ai poteri «sovraumani» degli altri individui, soprattutto durante il periodo mestruale, nel quale esse si stabilivano in luoghi dedicati. Nella tradizione Yurok (indiani d'America), scrive l'autrice, «la donna si deve isolare durante il suo periodo perché è al punto più elevato dei suoi poteri, pertanto deve concentrare tutte le sue energie nella meditazione, per trovare lo scopo della sua vita e per l'accumulazione dell'energia spirituale. Il recinto mestruale perciò non era solo luogo di isolamento, ma era, soprattutto, un luogo ove fermarsi a riflettere su se stesse per rendersi più forti».

Isolarsi per rendersi più forti quando «il sangue scorre» è anche uno dei consigli di Alexandra Pope, che articola nel libro un vero e proprio metodo pratico. Alla base, l'autrice suggerisce di sentire il proprio corpo e «fidarsi» di lui, creando le condizioni perché l'ascolto sia fino, la sensibilità accresciuta. Lentezza, tempo, silenzio sono alcuni degli ingredienti richiesti negli esercizi di una palestra che frequentiamo assai raramente e dove si apprende l'autostima, l'amore e la cura di sé.

Insomma, “in quei giorni”, almeno per un giorno, chiudete bottega, lasciate spazi vuoti nell'agenda, riducete al minimo gli impegni. Spegnete la tv, il cellulare, il computer. Impossibile!, diranno molte di voi a questo punto ... e il lavoro, e la casa, e i bambini?! Fortunatamente, scrive l'autrice, la nostra psiche si accontenta anche di poco. Sentirsi in diritto di regalarvi del tempo solo per voi può risultare una grande conquista a fronte di un piccolo sforzo. La chimica aiuta, ma può anche costituire una scorciatoia ingannatoria: «le mestruazioni devono disturbare. Il disturbo in un sistema è un punto di potenziale cambiamento ed evoluzione, perché ci spinge a riflettere: un elemento essenziale, ad esempio, per una sana democrazia».