Il risultato è una varietà di teorie e pratiche che fanno emergere le relazioni di genere e le istanze legate alla pratica della differenza trasformando l’idea di neutralità degli spazi cittadini che la cultura post moderna tende a proiettare sui cittadini/le cittadine.
E’ a partire da questa postura interrogativa che l’autrice dialoga con la cultura accademica per far emergere le iniziative volte a supportar le azioni di gender mainstreaming nello sviluppo locale e per la qualità della vita urbana. In questo campo le culture delle donne pongono a riflessione diverse questioni e termini e approcci metodologici anche molto diversi tra loro ma tutte mettono a tema l’originalità del pensiero e dell’azione delle donne portata nelle politiche temporali urbane. Originalità di pensiero che ha posto al centro della progettazione degli spazi e dei tempi urbani : la valorizzazione del corpo; l’ascolto dell’esperienza dell’abitare i luoghi; la conciliabilità tra sfera privata e pubblica; la valorizzazione dello spazio abitativo e del tempo personale.
Graziella Bassanini ci dice che per rintracciare e ricostruire il contributo femminile al pensiero e progetto urbano ha scelto di avere uno guardo strabico, che le ha consentito di tenere insieme la cultura progettuale, le iniziative di donne, associazioni e gli studi prodotti all’interno di altri ambiti e discipline.
Nel primo capitolo Graziella Bassanini cerca, attraverso specifiche iniziative, d’associazioni di donne, gruppi, istituzioni nazionali internazionali, di far emergere le preoccupazioni le elaborazioni teoriche e le proposte dando così vita ad un reale piano d’azione comprensivo di linee guida e progetti per ripensare la città del presente e delineare quella de futuro. Nel secondo capitolo vengono indagati a fondo alcuni modi dell’abitare delle donne per comprendere quale legame questi hanno avuto con le dimensioni del privato e del pubblico. Il terzo capitolo mette a fuoco il collegamento tra tempi di vita/qualità della vita e l’organizzazione spazio temporale della città. Inoltre viene riesaminato il conflitto che esiste tra tempo di cura/tempo per sé/orari di lavoro. Sono stare proprio le donne a rendere evidenti queste contraddizioni partendo dalla propria esperienza di spazio cittadino in un quotidianità di soggetto incarnato e non astratto .
Il quarto capitolo offre una mappa di quali comportamenti e modalità di azione è più opportuno utilizzare al fine di interpretare adeguatamente il cambiamento profondo che le nostre città e territori stanno subendo e quale possa essere l’impatto sulle nostre vite Nel quinto e ultimo capitolo vengono pubblicati cinque progetti realizzati da architette, singole e associate di periodi storici e paesi diversi, che si sono fatte interpreti, secondo il loro sentire, delle preoccupazioni e dei desideri che frequentemente animano i discorsi delle donne sul progetto città e di suoi luoghi.