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Femminismo e movimenti femminili nei partiti politici in Italia - 22

PARTE QUARTA - LA CRISI DEI PARTITI E LE QUOTE ROSA

Capitolo 5 - La strategia di potere di Berlusconi e le defezioni femministe

ELENA

Berlusconi, come si sa, ha consolidato il suo potere chiamando a sè, assieme ai suoi fedelissimi negli affari, molti dei personaggi della vecchia nomenclatura del partito socialista e democristiana, ben inseriti nei meandri della macchina amministrativa pubblica e della politica sommersa, Sono personaggi ancora alla ribalta, che non aspettavano altro che offrire i loro servigi al nuovo leader per continuare a ricoprire cariche ed incarichi.

E, nel perseguire la restaurazione dei poteri economico-finanziari che tangentopoli aveva messo in crisi, Forza Italia ingloba anche l’appoggio di aree cattoliche e l'esperienza di “Comunione e Liberazione” che dopo la contestazione aveva posto salde radici negli atenei italiani.
Al di là delle intenzioni del suo fondatore, don Giussani, “Comunione e Liberazione” può essere considerata un movimento politico “ecclesiale” ben organizzato gerarchicamente con nette prese di posizione sui temi della vita, della famiglia, della “morale”.

Con dimostrazioni, volantinaggi e incontri pubblici, prende netta posizione intransigente e restauratrice di antichi valori, sui grandi temi che avevano dominato la contestazione femminista, come il divorzio, l’aborto.
Gran parte di CL, con Formigoni, entra nella formazione liberista del partito di “Forza Italia”. La “Compagnia delle Opere” e il “Banco alimentare”,, che uniscono migliaia di imprenditori, sono il loro sostegno economico - clientelare. Così, l’organizzazione di Forza Italia si completa, con ricadute di importante potenza finanziaria. E il cattolicesimo finanziario rimane ben inserito nei "posti" istituzionali di importanza strategica.

Il “Movimento delle donne” in Italia non solo ha perso visibilità, ma subisce defezioni. Alcune femministe, magari in buona fede, spaventate dalle scoperte della biologia procreativa, si avvicinano alle posizioni di C.L. e del “movimento per la vita”. Vengono chiamate “femministe devote”. Vengono fatti i nomi della Roccella e della Scaraffia che firmano un libro in difesa delle posizioni del cardinal Ruini. Riprende forza la difesa del luogo privato della femminilità nella maternità e del luogo pubblico da gestire con aggressivo piglio maschile anche da parte delle donne.
Cristianesimo e femminismo trovano un canale di comunicazione. Da Luisa Muraro nel saggio "teologia in lingua materna", ai dibattiti sul sentimento religioso avviati dalla Libreria delle donne a Milano. Una sorta di aspirazione verso il sacro sostenuto dalle storiche della cultura monastica e della santità declinata al femminile. 

Un´attenzione ricambiata da papa Wojtyla e dall´ancora cardinale Ratzinger, che alla diversità femminile hanno dedicato importanti riflessioni, alle questioni prospettate dalle "femministe devote" che si adoprano per riconsegnare il corpo delle donne alla religione. Alle elezioni del 1994 “Forza Italia” diventa partito di maggioranza relativa (con il 21 per cento dei voti e 113 deputati, contro il 20,3 per cento dei voti del Pds, ex PCI). Berlusconi forma il primo governo di ispirazione liberista della cosiddetta “Seconda Repubblica”: c’erano una donna ministro, Adriana Poli Bortone, e quattro donne sottosegretario Si può dire che in Italia, le donne come Movimento abbiano autonomamente concepito originali contributi per la politica, ma i partiti che esprimono il governo del Paese, vanno in direzione diversa.

Siccome il linguaggio non è neutro – ha detto Irigarey - val la pena di ricordare la giovane leghista Irene Pivetti quando è stata nominata presidente della Camera nel primo governo Berlusconi, (la seconda donna, a ricoprire la terza carica dello Stato dopo Nilde Iotti (Donna della Costituente), ha tenuto dichiararsi, nel suo discorso di insediamento
“cittadin-O”. Cioè, se la donna ha una carica istituzionale é “cittadino”, al maschile. D’altra parte il linguaggio alla “celoduro” dei raduni leghisti da significato al pensiero della Pivetti.

In politica diventa di routine la presenza delle donne, sull’onda lunga del femminismo che ha dato accesso alla carriera delle donne anche in politica. E  bisogna anche dire che, le donne in politica sono preparate, combattive ed ambiziose se ben introdotte nella politica dal contesto familiare e coniugale, e non solo coniugale...
Abbondano le statistiche della presenza femminile nei posti che contano. I pettegolezzi parlano anche delle alcove che contano.