ELENA
Nel secolo XX nella politica italiana irrompe il fascismo.
Un partito fondato - come si sa - dalla illimitata ambizione personale di un uomo che era stato socialista. Egli sapeva agire la politica utilizzando gli strumenti della propaganda nell’Italia unificata da appena pochi lustri, denunciava con gli strumenti del populismo e della propaganda la “vittoria mutilata”, sollecitava l’orgoglio nazionale della ascendenza gloriosa della romanità.
Il Vaticano aveva rinunciato ad opporsi al fascismo, un male minore rispetto al comunismo ateo che si era installato nell’Unione Sovietica. Il fascismo trionfante, nel 1929 suggellava l’intesa con i cattolici firmando i “Patti Lateranensi” che saldavano il potere della Chiesa sulle coscienze con il potere dello Stato.
Abbastanza celermente, il partito fascista è diventato “partito unico”. Era stato sciolto ogni altro partito. Alcuni oppositori erano stati assassinati, gli altri perseguitati e processati dai tribunali speciali, condannati. Esisteva la pena di morte, che è stata eseguita su 31 condannati; molti sono rimasti in prigione, o al confino.
La situazione di incertezza e di violenza e di scioperi all’indomani della prima guerra mondiale avevano intimorito possidenti e capitalisti ed anche molte persone che avevano sostenuto dell’ “ordine” fascista, che pure si era imposta con la violenza.
Giuditta, che sta facendo una ricerca proprio sui Tribunali speciali, ricorda che sua nonna ormai centenaria, maestra, le diceva che all’inizio non era contraria al fascismo, perché c’era un clima tremendo di scioperi e di proteste. Le piaceva lo stile di insegnamento, la disciplina che veniva insegnata agli scolari ben felici di mettersi in divisa, come balilla, figli della lupa, piccole italiane.
Le istanze sociali sono state assorbite nelle dialettica delle “corporazioni” di regime.
Le associazioni femminili borghesi, che si reggevano generalmente sulla figura predominate della loro presidente appartenente ad un ceto sociale elevato, si erano rassegnate al regime.
Nel sistema del “partito unico” il fascismo aveva organizzato l’indottrinamento degli italiani a partire dai bambini e dalle bambine nelle organizzazioni giovanili.
Per le fanciulle il “valore” trasmesso era quello formarsi una famiglia per la riproduzione di “figli per la patria”: questa la “missione” delle donne. Che tuttavia erano incentivate negli sports e quindi nella cura del corpo per prepararsi alla maternità.
Era sintetizzata nel motto CASA CHIESA FIGLI.
Si sviluppa nel regime, probabilmente, per la prima volta nel mondo, una “politica demografica”, che andava tassando i celibi e incentivava con gratificazioni in denaro e premiazione pubbliche le famiglie numerose. Attorno alla questione demografica si andava affermando la concezione della vita come lotta mortale per l’esistenza con il miraggio di accrescere e perfezionare la razza italica.
Per i giovani maschi erano enfatizzati i simboli di morte e la guerra: lo slogan per i maschi era “LIBRO E MOSCHETTO FASCISTA PERFETTO”.
Il fascismo anticipava in una Europa ripiegata su interessi nazionali e “coloniali” la dittatura di Hitler che aveva conquistato il potere sul modello fascista, cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco sconfitto nella prima guerra mondiale, in grave crisi economica, condannato a pesanti risarcimenti.
Nella sua degenerazione espansionista, la dittatura nazista ha portato al terribile dramma della seconda guerra mondiale. Una guerra diversa da ogni altra guerra che l’umanità aveva vissuta: per la possibilità distruttiva delle armi, e per il fondamento ideologico razziale che l’aveva alimentata, per aver coinvolto tutti i continenti.
L’ immane distruzione di vite umane ridotte dalla guerre a cosa, è spaventosa: cinquantacinque milioni di morti, vittime più civili che militari. Sette milioni di morti nei campi di concentramento, la sistematica eliminazione di psicolabili ed handicappati.
Inimmaginabile rispetto alle guerre precedenti, la distruzione di città, di territori bombardati, culminata con la distruzione atomica che ha fatto centinaia di migliaia di vittime esclusivamente civili con una sola bomba); i sopravvissuti continuano a soffrire e a trasmettere per generazioni gli effetti nefasti delle radiazioni atomiche.