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Infertilità e psicologia

di: Dott.ssa Patrizia Vaccaro

"...Non posso concepire, nè partorire un bambino; sono infertile.

L'infertilità è una folata di vento che spazza via la mia autostima, una violazione della mia privacy; un asolta alla mia sessualità, un esame finale sulla capacità di superare gli ostacoli, un affronto al mio senso di giustizia, un doloroso ricordo che nulla può essere dato per scontato.

L'infertilità è una rottura nella continuità della vita. E' sopratutto, una ferita al mio corpo, alla mia anima, alla mia psiche. 
Il dolore è intenso..."
(Jorgensen, 1082)

Questa definizione dell'infertilità riassume il significato e l'impatto che questa condizione ha nella vita delle donne e degli uomini che si trovano a confrontarsi con la difficoltà ad avere figli.

In Italia 2 coppie su 10 hanno problemi di fertilità e di queste il 4% è sterile. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), definisce sterilità la situazione di una coppia in cui uno o entrambi i membri sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento.
Si parla invece, di infertilità quando una coppia, per cause relative all'uomo o alla donna, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e non protetti.

Il termine infertilità, si riferisce ad una situazione potenzialmente risolvibile e legata ad uno o più fattori interferenti. L'infertilità viene quindi considerata una patologia e come tale può essere sottoposta a cura.
L'infertilità rappresenta oggi un problema sempre più diffuso con importanti costi sociali, emotivi ed economici la punto da essere considerato uno degli eventi più stressanti nella vita di una persona (Thorn et al, 2009)

Come tutti gli eventi stressanti la diagnosi di infertilità rappresenta un momento di rottura nel piano esistenziale in cui emergono le fragilità e le risorse psichiche ed emotive degli individui e delle coppie. Nel 2004 all'interno delle linee guida dell'ESHRE (euopean society of human reproduction and embriology) è stato stabilito che i pazienti infertili vengano seguiti anche da un punto di vista psicologico, proprio perchè gli studi scientifici hanno evidenziato la necessità di seguire il paziente a 360° quindi non solo da un punto di vista medico, ma anche psicologico.

Negli ultimi anni gli studi relativi agli aspetti psicologici legati all'infertilità si sono moltiplicati. Quali sono le evidenze su cui si è maggiormente concordi?
Innanzitutto gli individui e le coppie infertili hanno (o sviluppato durante l'iter) livelli più alti di ansia e depressione, bassi livelli di autostima e mostrano stati di colpa, vergogna e rabbia. All' interno della coppia ciò comporta difficoltà di comunicazione e problemi sessuali, al di fuori si trasforma spesso in  ritiro o a volte in isolamento (Strauss, 2001; Kainz, 2002).

Ci si è chiesti nel corso del tempo, se venisse prima l'infertilità e poi le problematiche psichiche o viceversa. La risposta ovviamante non è univoca, ma ci sono principalmente due correnti di pensiero.
La prima, "ipotesi dello stress", vede l'infertilità come un problema psicosomatico e le ricerche si orientano sugli effetti degli aspetti affettivi (stress, stati emotivi mal regolati...) sull'attività endocrina.
La seconda sostiene invece che lo stress dovuto alla condizione di infertilità produca delle problematiche psicologiche; in questo caso, gli studi sono orientati a osservare la reazione emotiva della coppia durante la fase della diagnosi, il trattamento medico e infine durante il post-trattamento, quale che sia l'esito.

Quello che anche la pratica clinica evidenzia è che le coppie con problemi di fertilità hanno delle caratteristiche piuttosto comuni, ovvero una certa rigidità nel funzionamento cognitivo, sono strutturalmente orientate all'obiettivo e al controllo con tratti perfezionistici (tratti molto funzionali in altri ambiti, quali ad esempio quello lavorativo, ma diventano di ostacolo quando si tratta di gestire momenti di difficoltà o a grande impatto emotivo).
Inoltre sono poco tolleranti alla frustrazione e hanno difficoltà nella gestione emotiva. 
Vivono la loro condizione con senso di colpa rispetto al partner (sopratutto le donne) e con un senso di inferiorità e di vergogna rispetto alle altre donne e al proprio contesto sociale.

A tutto ciò si aggiunge un atteggiamento giudicante rispetto ai propri vissuti emotivi, che certo non aiuta nell'affrontare una fase di vita così complessa e al contrario amplifica la sofferenza.
Per questo motivo, durante la presa in carico della coppia occorre esplorare anche i fattori cognitivi (stili di attribuzione, eventuale presenza di costrutti ansiosi, locus of control interno/esterno...), il funzionamento della coppia, le risorse esterne e le capacità relazionali.
Si cerca dunque di partire da un'analisi delle risorse (e della sofferenza) e di intervenire su come viene gestito lo stress provocato dalla condizione di infertilità, stress che può avere un effetto sull'esito del trattamento oltre che sulle proprie condizioni di vita e di coppia.

Strauss B., (2002), Involuntary Childlessness. Psychological assessment, counseling, and therapy. Seattle: Hogrefe & Huber Publishers; 127-150.

Kainz K., (2001), The role of the psycologist in the evaluation and treatment of infertility. Women's Health Issues; 11(6): 481-485.

Thorn P., (2009), Infertlity counselling: alleviating the emotional burden of infertility and infertility treatment. International Journal of Fertility and Sterility.: 3(1): 1-4