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Stress / ansia / depressione

di: Dott.ssa Teresa Pallucchini

Perché capire un’area a confine tra disagio, difficoltà, malessere o patologia? Ci sono molti modi di affrontare questi problemi, difficile è diagnosticarli, credo che sempre di più la psicoanalisi  voglia porsi come uno degli approcci fondamentali a questi problemi ma accettando  altri modo di intervento. 

Mettersi in mano ad un tecnico  (psichiatra, psicologo, psicoanalista, omeopata, erborista…) può indicare già la scelta di una persona in un settore o in un altro, ma non sempre i pazienti  riescono ad orientarsi. Fare un quadro delle tante strade che possiamo percorrere per superare i disagi che ci colgono a volte impreparati è un sevizio importante, non sarà un quadro esaustivo, ma parte dall’idea che non esistono strade uniche per “uscire dal tunnel” o da crisi transitorie.

 

Partiamo da Laborit:  per stare bene bisogna agire, dunque di fronte ad ansia e difficoltà esistenziali dobbiamo reagire. Ma il problema del depresso è proprio non avere la forza  per  riuscire a superare il momento della” palude”.
E’ possibile distinguere tra fenomeni ansiogeni e depressione? Molti aspetti si intrecciano e diventa complesso capire  se un evento traumatico ha creato la crisi o se la  persona colpita abbia una componente depressiva di tipo ereditario.           
Da una parte ci sono i farmaci, dall’altra le vie naturali. Se fitoterapia, omeopatia fiori di Bach li possiamo elencare per ritrovare un equilibrio dobbiamo dire che  a volte non bastano, allora entriamo in un campo complesso di stampo psichiatrico ed  è necessario rivolgersi ad un medico- psichiatra. ( mentre gli psicoterapeuti e gli psicoanalisti  possono avere una formazione umanistica gli psichiatri sono sempre medici).

Le problematiche legate all’ ansia ed alla depressione vedono due  famiglia di farmaci: gli ansiolitici - le  benzodiazepina - e gli antidepressivi che si distinguono in triciclici e inibitori delle mono-aminossidasi.  Ormai molti psicoterapeuti si rivolgono ad uno psichiatra quando non è sufficiente il  lavoro con la parola- il paziente non è in grado di lavorare su di sé perché non è abbastanza integro- e in terapia si lavora anche sul significato del farmaco che viene assunto.

Diamo una breve guida sui vari metodi psicoterapici:
Terapia a sfondo psicoanalitico (lunghe/ a tre volte la settimana) Terapia breve (una volta alla settimana  concentrata sul problema portato) /Terapia comportamentista-cognitivista (indicata in caso di fobie) /Terapia di tipo gestaltico/ Terapia transazionale/  Terapia famigliare  
Possiamo dire che è difficile consigliare un approccio o un altro, molto dipende dall’incontro con lo psicoterapeuta e dalle aspettative del paziente, dopo anni di scontri tra le scuole siamo arrivati a  considerare vantaggi e svantaggi dei vari approcci in modo laico, senza integralismi.
Tra le tecniche rilassanti ricordiamo: il training autogeno- il reberthing – la ipnositerapia- la meditazione.      
Il panorama è ampio, ogni individuo è un “unicum” e va rispettato lo stile personale di  ogni persona.