Ci sono altre persone invece, per le quali ciò non è possibile. Si tratta delle soggettività GLT e di tutte quelle soggettività che a partire da un proprio disagio ma anche a causa della stigmatizzazione, sperimentano l’omologazione e si sentono identificate a un tratto predominante ritenuto negativo dall’ Altro sociale.
Ma quali sono le ragioni di un gruppo dedicato alle persone per le quali le questioni di genere sono importanti e in qualche modo attraversano trasversalmente la propria vita?
Effettivamente oggi è difficile trovare luoghi dove non si trovino risposte predefinite e standardizzate ed è proprio questa la questione. Quale spazio soggettivo al di là di standard e omologazioni?
Il Gruppo Identità nasce con questo interrogativo, tra altri interrogativi. Nasce dal desiderio di Maria Alessio Montesano, ha preso forma e ha iniziato il suo lavoro collettivo il 24 Marzo 2007 nella sede di Milano del Centro Progetti Donna.
E’ uno spazio dove ogni individuo prende parola: può portare la sua storia, le sue paure, le sue angosce, i suoi interrogativi oppure articolare un discorso intorno alla propria posizione soggettiva rispetto al discorso sociale, oppure decidere di interrogare stereotipi, occuparsi di parole e comportamenti sociali che riguardano i generi. A condurlo due psicologhe, la cui funzione è quella di dare parola ai e alle partecipanti e permettere ai saperi soggettivi di ognuno/a* di circolare affinché diventino punto di inizio, di interrogazione, di prosieguo di discorso per l’altro/altra* del gruppo.
Si lavora dunque con parole circolanti che fioriscono nel discorso di ognuno/a e rimbalzano da uno/a all’altro/a, parole che diventano portatrici di nuovi significati, arricchendosi di dettagli e sfumature creative, così, con leggerezza a volte, con difficoltà altre ma sempre sostenuto/a* dalla presenza del gruppo ogni partecipante può articolare ciò che più sta a cuore, libera/o* dal fardello della paura di essere ‘interpretata/o* e giudicata/o*.
Un lavoro in progress.
(segue)