Le danze si aprono con un incedere di versi: “ Lascia che in diversa musica racconti/ Di me vivo tra le vive cose/Lascia che io sia il tuo miglior sguardo/ il tuo cuore e le parole che scegli--------“ .
E’ l’autore del romanzo a presentarsi: il suo nome è Martin, è un maturo professore, poeta vicino a settanta anni e vive solo in una casa sull’Appenino. Una casa non troppo distante dal paese con un patio panoramico dove spesso rimugina, lavora e si assopisce.
Come in una guida turistica veniamo via via introdotti alla scoperta della vita dell’autore che, sul fare della sera o della notte, baratta dubbi con pillole d’insperata saggezza dialogando con volpi, civette o il cane Ombra. Lo scorrere sonnolento e a volte vacuo del tempo sarà interrotto dall’arrivo di una giovane coppia. Lei bellissima, evocativa di un lontano amore.
Lui mercante d’arte in fuga dalla città. Abiteranno il casolare accanto. L’irritazione iniziale via via si trasformerà in un irrefrenabile desiderio di spiare le loro frenetiche attività trovandosi coinvolto in una vicinanza di sguardi, inviti e complicità a volte non voluta a volte spasmodicamente desiderata. Differenti stili di scrittura: narrativa, poetica e giornalistica conducono il lettore attraverso un vortice pieno di misteri, segreti e speranze che culminerà in un fantastico giro di valzer. Una danza insperata che apre a nuove vite.