Avendo come obiettivo comune quello di narrare attraverso il cibo la vita umana nelle sue mille quotidianità.
I dieci scrittori mettendo in luce più aspetti dell’umano rapporto con il cibo costruiscono un arazzo dalle mille visioni e danno voce agli aspetti contraddittori che la società contemporanea esprime nei suoi confronti.
Non mancano le narrazioni che esplorano il rapporto complesso che donne e uomini intrecciano con l’anoressia e con la fame di vita. Il progetto a cura di Davide Rampello e Marco Amato per la Triennale di Milano ha saputo coniugare presente e memoria evidenziando quanto la nuda vita e il cibo siano intrecciati.
“Il cibo e la vita vivono di presenza: così l’assenza del primo significa anche assenza della seconda, la mancanza del cibo tramuta la vita nel suo contrario, la morte. E il racconto di questo intreccio può essere divertente, leggero, oppure triste o tragico.”
E sullo sfondo c’è Milano quella dei Kebab, degli aperitivi, dei ristoranti e delle mense dei poveri. La Milano del dopo guerra e la Milano da bere. Ma anche la Milano che a partire, dalla condivisione, dal rispetto delle differenze culturali vuole condividere il cibo nel rispetto della biodiversità.