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Sii bella e stai zitta

di: Michela Marzano
Editore: Mondadori
EAN: 9788804608899
Pagine: 160
Recensione di: Teresa Pallucchini dal libro di Michela Marzano

Michela Marzano è una filosofa che lavora a Parigi: possiamo spesso leggere i suoi articoli sulla Repubblica su problematiche relative alla condizione della donna in Italia ( ricordo alcuni magnifici pezzi estivi su donne uccise da compagni e mariti). La sua scelta di lavorare all’estero testimonia una valutazione negativa di tipo politico sulla Italia di oggi che l’autrice indica come estremamente complessa per le donne: il libro che voglio presentarvi “Sii bella e stai zitta”- edito recentemente da Mondadori- si articola su vari aspetti che toccano le problematiche del femminile.

L’autrice analizza molte aree, dall’essenza del femminile alla transessualità, dal declino del patriarcato ad una riflessione sulle donne musulmane. Perché mi ha intrigato questo libro? La formazione filosofica le permette di impostare in modo innovativo alcune questioni e parte dalla regressione generale nel nostro paese sulla condizione femminile riferendosi alla situazione politica ed ai continui scandali di cui le donne sono vittime ( a volte non completamente innocenti. Si comincia dal problema della pillola abortiva RU 486, che in Francia è accettata da 20 anni, invece in Italia ha avuto via libera da un anno con molti dibattiti ideologici e nessuna considerazione della condizione e della scelta delle donne: “ da un punto di vista etico l’aborto è il male minore… lo difendo perché la legalizzazione dell’aborto è l’unica possibilità che esiste in uno stato civile per garantire il rispetto delle donne”.

Anche sulla maternità le sue posizioni sono molto chiare e condivisibili: la possibilità di scegliere se essere madre o no è individuale, conciliare lavoro e figli è importante ma “la libertà di scelta in Italia è relativa” , l’autrice infatti sottolinea la inadempienza dello stato italiano in genere sui diritti delle donne in genere ed in particolare delle mamme. Se Simone de Beauvoir considerava la maternità una forma di schiavismo
(dobbiamo storicizzare la sua battaglia), altre femministe “differenzialiste” considerano la maternità una delle possibilità di esprimersi delle donne, e la capacità riproduttive può diventare il simbolo del potere contro il patriarcato. Adrienne Rich nel suo libro Nato di donna dice : “ Dobbiamo immaginare un mondo in cui ogni donna è il genio tutelare del suo corpo …le donne creeranno una nuova vita dando alla luce non solo figli ma la visione ed il pensiero necessari a modificare l’esistenza umana ”.

Interessante è anche la parte relativa all’adolescenza, viene trattato il problema del “rischio” in cui incorrono i ragazzi per esorcizzare le loro paure ed interessante è la problematica dell’identità di genere in adolescenza: i maschi si espongono, le ragazze hanno modalità più articolate. Per le giovani adolescenti è il corpo la sede dove si costruisce l’identità: anoressia, automutilazioni sono diventate sempre più diffuse. Infine ancora due temi da ricordare, le problematiche dei trans e le donne musulmane.

Per il primo punto si cerca di capire perché è un problema inquietante per molti ( recentemente il caso Marrazzo ha svelato un mondo inquietante). “ La presunta assurdità delle richieste dei/ delle transessuali però viene meno se si condivide l’idea che l’identità di genere sia frutto di una costruzione culturale e che non esiste nessuna legge causale che determini il genere a partire dal sesso…. se per queste persone è importante arrivare ad una definizione di sé rispetto al proprio corpo, complesso è il caso dei trans gender, che rinnova il mito dell’androgino e dove il passaggio da uomo a donna o viceversa non viene accettato mantenendo l’area della indistinzione”.

Sulle donne musulmane, Marzano sottolinea i due valori cui non è disposta a rinunciare: la libertà e l’uguaglianza ma sa che nessuno può imporre agli altri la sua concezione di vita, le sue idee, le sue credenze. Ancora una volta viene sottolineata la grande diversità tra Francia ed Italia, in Francia esiste una separazione tra sfera pubblica e privata e qualsiasi simbolo religioso è proibito, in Italia ci si batte per l’esposizione del crocefisso. Il dibattito sul burqa tocca argomenti tanto legati alla dignità delle donne- inteso come simbolo di sottomissione- o alla sicurezza, legato alla difficoltà di identificazione.

“Ma - si chiede l’autrice-non è pericoloso quando in nome della libertà delle donne si decide di legiferare sul modo in cui ci si possa o ci si debba vestire in pubblico? ....il problema del velo è molto complicato, non lo si risolve a colpi di legge né adottando la tattica dello struzzo …la strada dell’emancipazione è lunga e difficile”, mi è venuto in mente il problema della infibulazione, naturalmente più drammatico, il punto non è vietare ma capire il mondo umano ed antropologico che esiste dietro questa pratica.

Il libro è dedicato alle donne, il riferimento ai maschietti è molto pesante, il declino dell’impero patriarcale comporta l’aumento della violenza alle donne, questo si spiega con il bisogno sempre più pressante di dimostrare la “superiorità” ricorrendo allo stupro ed all’uso della forza da parte dell’uomo nel momento in cui l’uomo sente di perdere potere.